La verità sulla crisi di oggi: il senso di colpa come strumento nelle mani dei potenti
- Posted by Staff Redazione
- Categorie FORMAZIONE PER ATTUARE LA COSTITUZIONE
- Date 25 Gennaio 2020
1. La formazione personale al primo posto
In questo primo video, Mauro aggiorna Marco sulle ultime novità di UniAleph.
In primo luogo è stato lanciato il progetto dei montaggi dialettici: video in cui diversi intellettuali si passano la palla su un argomento comune, dando l’effetto di un forte messaggio corale. L’obiettivo è quello di raggiungere un milione di visualizzazioni, anche con l’aiuto di Byoblu e Claudio Messora.
La seconda novità è che Mauro sta scrivendo un libro che verrà pubblicato da Rizzoli-Mondadori.
Anche in questo caso l’obiettivo è quello di raggiungere il milione di copie.
Nella seconda parte del video, Mauro e Marco compiono in dialogo una serie di riflessioni sulla Costituzione Economica: quella parte della nostra Carta fondamentale che imposta l’assetto economico della Repubblica, sulla base del pensiero economico di Keynes. Ancora una volta l’attenzione è portata al fondamentale tema del Think Tank di intellettuali, che – dice Mauro – potrà riunirsi anche telematicamente per facilitare gli incontri.
Poi Mauro racconta della sua recente telefonata con Giuseppe Sottile, unico dirigente di Vox con cui non era ancora entrato in contatto diretto. Anche Giuseppe, come già Marco Pipino e il Presidente Francesco Toscano, ha confermato il suo pieno accordo a mettere la formazione personale al primo posto. La dirigenza di Vox è coesa. Possiamo dar vita concreta alla nostra collaborazione, a partire dai prossimi seminari UniAleph.
Tutti coloro che sono interessati ad attuare la Costituzione nel nostro Paese sono caldamente invitati a frequentare i seminari UniAleph. Di seguito potete trovare il link con il calendario 2020 e il modulo di iscrizione
2. La moneta fisiologica
Marco, dopo aver confermato l’importanza che gli intellettuali rimasti onesti si uniscano per dare al Popolo un messaggio comune, spiega quale in realtà sia la vera natura della moneta. La moneta non esiste, è un’invenzione umana. È un facilitatore di scambi di beni e servizi. Uno Stato costituzionale, che ha la sovranità monetaria, ha il compito di vigilare affinché la quantità di moneta in circolazione sia proporzionata ai beni e servizi prodotti e scambiati su suo territorio. Quindi nel lungo periodo lo Stato deve tendere al deficit:
deve cioè, all’aumentare dei beni e servizi scambiati sul suo territorio, aumentare proporzionalmente la base monetaria circolante, attraverso un aumento della spesa pubblica e una diminuzione della tassazione. Se così non fosse, al crescere dell’economia ci ritroveremmo con troppa poca moneta nel sistema, ciò che si chiama deflazione. Questa è esattamente la situazione in cui ci troviamo oggi.
Ma chi ha interesse a rimanere, e ad aumentare, la deflazione? Solo chi possiede un grande capitale. In questo modo è sicuro che il suo potere economico aumenterà esponenzialmente.
Da qui la necessità di uno stato protagonista in economia, come prevede la Costituzione. Uno Stato che ha il potere di imperio sul suo territorio, è letteralmente sovrano, cioè fa il bello e il cattivo tempo sul territorio.
Non esiste potere economico che possa controllare il potere di carattere pubblicistico, non c’è nessuna possibilità di farlo. Il potere economico può controllare il potere pubblico solo se lo Stato ha rinunciato a usare la sua sovranità. Allora, a quel punto, si è retrocesso a livello di qualsiasi privato, e si trova a competere con gli altri privati. Ma, col pareggio di bilancio, inserito fraudolentemente nella Costituzione con una legge costituzionale nulla, lo Stato non riesce neppure a competere con gli altri privati. Perché? Perché un privato, a differenza dello Stato, può sempre chiedere un finanziamento per un periodo, fare deficit, investire e poi guadagnare. Lo Stato non lo può più fare. Si è retrocesso ad un ruolo addirittura inferiore ed in questo contesto lo Stato prende ordini dal potere privato.
Quindi ad oggi la Costituzione è completamente disattivata, ignorata, travolta. Noi invece dobbiamo rimetterla al centro. Ripartendo dalle cose più semplici, cioè spiegando veramente ai cittadini italiani l’abc che hanno dimenticato, ciò che che dovrebbe essere scontato: che se impieghiamo il 100% della nostra forza lavoro per fare le cose di cui abbiamo bisogno, noi non diventiamo più poveri e non ipotechiamo il futuro, ma diventiamo ovviamente più ricchi. Questo lo scriveva Keynes già negli anni ‘30. A maggior ragione questa logica può essere valida oggi, con il progresso tecnologico che ci consentirebbe di poter fare ancora meno fatica di allora. Cioè il tempo che ciascuno di noi deve dedicare al suo lavoro, ad un’attività che serve all’utilità generale, è relativo, perché la tecnologia può sostituirci in gran parte. Per cui potremmo veramente dedicarci ai nostri hobby, allo sport, alla cultura, a quello che ciascuno vuole, a quello che è più adatto alle persone. Invece ci obblighiamo a vivere come un criceto che corre su di una ruota, anche perché chi vive come un criceto non può pensare, chi non può pensare non è di ostacolo ai grandi potentati economici.
3. La psicologia della colpa
Una delle caratteristiche della psicologia di oggi è che le persone hanno imparato a sentirsi colpevoli, a sentirsi causa diretta dei loro insuccessi: sono licenziato? Vuol dire che non merito, è colpa mia, non valgo abbastanza, non sono all’altezza… Questo genera uno stress tremendo. Sappiamo che attacchi di panico e depressione vanno insieme. Gli attacchi di panico oggi riguardano circa il 20% delle persone: il 20% delle persone soffre, di tanto in tanto, di attacchi di panico. Gli attacchi di panico sono psichicamente invalidanti.
Vuol dire che non possiamo fare niente. Da qui, ovviamente, si alimenta la depressione. La depressione è aggressività contro di sé. Quindi anziché sentire che abbiamo ricevuto un torto, crediamo che l’origine del problema sia dentro di noi, quindi ci auto colpevolizziamo.
È chiaro che per per i dominanti questa è una manna. Le persone che si abituano a subire non hanno nessuna reazione. Bisogna quindi aiutarle ad avere una visione chiara della situazione.
Anche Marco conferma quanto sopra detto da Mauro, portando la sua concreta esperienza di avvocato. Marco afferma infatti di aver potuto constatare che le persone si aiutano spiegando loro i temi che vengono trattati usualmente su questi canali. Cioè spiegando loro che la crisi è indotta, che qualcuno deve saltare in un contesto dove lo Stato ogni anno sottrae soldi dall’economia reale. Perché non ce n’è più per tutti. Quindi è ovvio che se uno si arricchisce lo fa solo ed esclusivamente sulle spalle di qualcun altro, perché lo Stato non fa disavanzo, non immette soldi nell’economia, quindi se ho guadagnato 100 c’è qualcuno che ha perso 100 in quell’anno. E’ automatico e matematico dentro un sistema che non fa espansione monetaria: il mio attivo è il passivo di qualcun altro.
Su questo tema non si può scherzare, perché c’è gente che per queste cose rischia di arrivare al suicidio. Molte persone oggi sono depresse, non hanno più voglia di vivere. Occorre spiegare loro come stanno davvero le cose. Nello Stato costituzionale, non potrebbe mai esistere una situazione di tale insicurezza personale: riuscirò a sopravvivere? riuscirò ad arrivare alla fine del mese? a sfamare i miei figli o a mandarli a scuola? Tutto ciò è intollerabile.
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