
La socio-cultura
Ovvero la coltivazione del sociale e la ricostruzione delle comunità
Parlando del lavoro e dei beni culturali, c’è un altro tema importante che dobbiamo toccare: il concetto di cultura.
Gustavo Zagrebelski, presidente emerito della Corte Costituzionale, nel suo libro “Fondata sulla cultura” esprime diverse idee interessanti e originali.
Per cominciare, il titolo si riferisce all’Italia, Paese appunto fondato, sostenuto, dalla cultura, come i paesi arabi sono fondati sul petrolio. In altre parole, la ricchezza su cui possono contare i paesi arabi è il petrolio, la ricchezza su cui può contare l’Italia è la cultura.
Tutti sanno che il nostro Paese è conosciuto in tutto il mondo proprio per i suoi artisti, poeti, musicisti, architetti. Pare che metà delle opere d’arte del mondo si trovino in Italia.
Ma c’è un altro senso del termine cultura che Zagrebelski
analizza nel suo libro. A suo dire, la cultura è sempre in primo luogo socio-cultura, intendendo per cultura la coltivazione. Cultura significa quindi coltivazione del sociale, o, in altri termini, coltivazione di ciò che ci rende socievoli, ovvero la comunità. La cultura riguarda quindi in primo luogo la creazione di comunità, più piccole e via via più grandi, fino ad arrivare al Popolo Comunità, previsto in Costituzione.
La comunità è il luogo dove vige la legge del dono reciproco, che può essere tradotta come legge dell’amore reciproco. Il termine amore, spesso usato in modo ambiguo, può essere definito efficacemente come la sommatoria di tutte le qualità dell’amore, dette anche qualità della vita, o qualità dell’essere, tra le quali: la consapevolezza, la benevolenza, la generosità, la gratitudine, l’empatia, la risonanza ecc.
Esse vanno distinte dagli inquinanti della mente: l’ignoranza, la malevolenza, l’avidità, l’arroganza, la pigrizia, l’antipatia ecc.
Le prime possono definirsi anche come qualità dell’Anima, le seconde come caratteristiche dell’Ego.
La prima comunità che va costruita è quella interiore, tra l’io e tutte le parti interne, per raggiungere l’integrità, e quindi il pieno sviluppo della coscienza etica. Essa corrisponde al pieno sviluppo della persona umana, prevista nell’art. 3, comma 2. Poi vanno costruite le comunità esterne naturali, come la coppia, la famiglia ecc., fino a giungere al Popolo Comunità.
Da quanto detto risulta che, in epoca neoliberista, la forma d’arte più importante che dobbiamo imparare e diffondere è quella di favorire la crescita di comunità, a partire dalla nostra comunità interiore.
Perché è la più importante? Perché il neoliberismo, il più grande distruttore di comunità della storia, può sopravvivere e prosperare solo se tali comunità non vengono ricostruite. Le comunità, che fanno fiorire l’amore reciproco, sono con esso incompatibili. Come le temperature estive sono incompatibili con il ghiaccio invernale.
Oggi i cuori delle persone, induriti come il ghiaccio, per riprendere la loro normale funzione, hanno bisogno di un amore molto potente, caldo e luminoso come il sole.
Riferimenti bibliografici

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