
Dove stiamo andando?
Per un istante fermiamoci per una sosta rigenerativa e cerchiamo di capire attraverso quali paesaggi UniAleph sta camminando. Mauro ci guida attraverso sentieri (pensieri e ragionamenti) intricati (complessi) contrapponendo fabbriche interiori di luce alle officine dell’ombra; dall’io relazionale da cui germoglia la mente di gruppo, intrecciando crescita psicospirituale, cooperazione comunitaria ed economia costituzionale orientata al bene comune, solidale e globale.
Una fonte di pensieri creativi e divergenti da cui sgorga un unicum complesso (olistico) e razionale: nuovi percorsi di crescita spirituale, comunitaria e Costituzionale per andare oltre.
Un filo conduttore è la metafora delle fabbriche interiori: “mattoni luminosi” contro “mattoni oscuri”, “fabbriche d’amore spirituale” contro “fabbriche di potere diabolico”. Mauro invita a un quotidiano lavoro artigianale di costruzione etico-affettiva, spiegando che senza retto sforzo le strutture psichiche degenerano spontaneamente in violenza e separazione (per approfondire: vedi questo articolo). Questo linguaggio binario – luce/tenebra – funge da tesi: denuncia lo stato di conflitto intrapsichico ed esorta alla fondazione di un’architettura dell’anima basata sull’amore creativo.
A tale fondazione serve l’elaborazione dell’io relazionale. L’io, definito “centro di relazioni” nei lavori preparatori della nostra Costituzione, si forma quando le sub-personalità si coordinano attorno a un “io-governo” adulto; la felicità individuale dipende allora dalla qualità delle relazioni, non dall’autonomia narcisistica (per approfondire: vedi questo articolo). Qui la dialettica si sposta dal conflitto interno (tesi) alla presa di coscienza della nostra inter-dipendenza (antitesi). La costruzione dei mattoni luminosi diventa così pratica concreta di maturazione psicologica: coltivare ascolto, responsabilità e memoria affettiva.
L’antitesi relazionale sfocia in una sintesi comunitaria: la “mente di gruppo”. In “Mente di gruppo e cooperazione sinergica” l’autore descrive la convergenza delle menti individuali in una rete organica, paragonandola alle cellule di un organismo. Donare se stessi, scrive, genera più gioia che operare in solitudine; perciò la cooperazione sinergica appare come naturale estensione dell’io relazionale al livello collettivo (per approfondire: vedi questo articolo). Qui la dialettica evolve: dall’io che si apre alla relazione, alla comunità che diventa soggetto spirituale capace di incidere sulla realtà sociale.
È su questo sfondo che i post economico-politici si comprendono: la lezione sul MES smaschera l’ingegneria finanziaria che intrappola gli Stati nella logica del debito, mentre il progetto di Think Tank costituzionale-keynesiano propone strumenti tecnici per riportare dignità e solidarietà al centro del sistema economico (per approfondire: vedi questo articolo). La trasformazione interiore viene così posta al servizio di una trasformazione strutturale: spiritualità e macro-economia non sono mondi separati, ma due facce dello stesso “bene comune”.
Il culmine teorico di questo itinerario è il confronto fra pensiero problema (divisivo, anticristico, neoliberista) e pensiero olistico-unitivo (connettivo, salvifico). Se il primo perpetua disgregazione e impotenza collettiva, il secondo permette di saldare le fabbriche interiori con le istituzioni: connettere ciò che il paradigma dominante scinde, restituire allo spirito il primato sulla tecnica (per approfondire: vedi questo articolo).
In sintesi, l’arco dialettico di questi trenta testi segue uno schema triadico: crisi della separazione → presa di coscienza relazionale → ricomposizione unitiva fra psiche, comunità e Costituzione. La proposta è costruttiva perché indica una prassi: nutrire il cuore, allenare l’intelletto alla complessità, organizzarsi in reti competenti per riformare economia e politica. Così l’educazione spirituale diventa motore di liberazione sociale e la liberazione sociale, a sua volta, nuova palestra per l’evoluzione dello spirito.
In sintesi, Mauro ci guida verso una «Repubblica dell’amore» in cui la costruzione dei «mattoni luminosi» interiori diventa prerequisito per edificare istituzioni giuste. Dal conflitto intrapsichico ci spinge verso un io relazionale capace di cooperare in una mente di gruppo; dalla denuncia del neoliberismo ci orienta a un’economia costituzionale che restituisca dignità, lavoro e solidarietà. La meta è un ordine olistico dove spiritualità, scienza e politica convergono per liberare il potenziale umano, generando comunità creative, libere dalla paura, devote alla bellezza, alla gioia e alla responsabilità condivisa, favorendo la guarigione del pianeta attraverso l’intreccio di arte, educazione emotiva, diritto e governance partecipata.