
Stiamo dando il massimo? Il ruolo degli intellettuali
All’interno della cornice tracciata nel precedente paragrafo, rivolgiamo a noi stessi la domanda: “Stai dando il massimo? Stai dando tutto te stesso? Stai lavorando giorno per giorno per elevare il tuo stato di coscienza”?
Se vogliamo essere onesti, la nostra risposta, nel 99% dei casi, è un no!
La ragione è molto semplice: viviamo in una società neoliberista, nella quale viene premiato chi si comporta male, chi dice il falso, e viene punito chi si comporta bene, chi dice il vero.
Su questa norma non scritta si basa l’intera società neoliberista. Tale norma viene sostenuta e applicata in tutte le istituzioni e centri di potere. Se questa norma non fosse più rispettata, tale società crollerebbe.
Nell’inconscio collettivo in cui abitiamo tutti, essa è assolutamente cogente.
Fare il bene, soprattutto fare il massimo bene, richiede un impegno straordinario. È come nuotare controcorrente in un fiume.
Ciò non giustifica, ma almeno rende ragione del perché l’assoluta maggioranza delle persone, compresi quasi tutti gli intellettuali, non si occupa di questi temi. Preferendo occuparsi di cose di superficie, di dettagli, di sintomi, così da non toccare mai il problema di fondo. In tal modo, non disturbando il sistema, possono sopravvivere e in qualche caso essere premiati.
Questo discorso vale soprattutto per gli intellettuali, il cui compito dovrebbe essere quello di smascherare agli occhi del popolo le malefatte del potere.
Rinunciando al loro ufficio, per avidità o per paura, essi si macchiano di un peccato molto più grande di quello delle persone comuni.
In realtà anche oggi alcuni di essi continuano a svolgere il loro ufficio. Ma lo svolgono da soli, individualmente, senza unirsi ad altri intellettuali e formare con essi una comunità.
Comunità che potrebbe esprimersi con voce unitaria ed avere sul popolo un impatto assai superiore.
La ragione per la quale essi non si uniscono, è sempre la stessa: l’individualismo neoliberista.
Non si può liberare l’umanità da questa piaga finché si è ancora infettati da questa malattia.
Nonostante questa sia la situazione generale, alcuni intellettuali, pochissimi per il momento, sono pronti a lavorare insieme.
Questa è l’occasione più preziosa che abbiamo.
Non dobbiamo assolutamente perderla.
In UniAleph, questa è la priorità assoluta.
Riferimenti bibliografici

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