Stato Problema – Stato Risorsa
- Posted by Staff Redazione
- Categorie CRESCITA UMANA E SPIRITUALE, Didattica Unialeph, IL BLOG
- Date 3 Giugno 2020
Una delle metodologie più utilizzate in PNL (e non solo) è quella di andare a recuperare degli “stati risorsa” che siano in grado di contrastare, migliorare e/o risolvere una situazione problematica. Ogni persona ha in sé numerose capacità, qualità e risorse, di cui non sempre è cosciente. Diventarne consapevoli può cambiare notevolmente la nostra vita e può trasformare i momenti di sofferenza, alienazione e inadeguatezza, in una esistenza più soddisfacente, appagante, gioiosa e creativa, all’insegna di un vero benessere. Esplorare e comprendere ciò, è come dissetarsi presso una fonte di inesauribile energia vitale che ci guarisce.
“Un problema non può essere risolto con lo stesso pensiero che lo ha generato”.
Albert Einstein
Struttura della Tecnica
Lo scopo di questa tecnica è portare una qualità di energia positiva in una situazione problematica, modificandone la visione e le convinzioni correlate.
Questo modello è stato preso da Erickson che ha fatto di quest’arte, cioè quella di andare a pescare le risorse passate uno dei capi saldi del suo operare. Per cui se abbiamo da una parte una sensazione sgradevole che si può valutare come d’intensità 7 (su una scala che va da 1 a 10) dall’altra parte si dovrà trovare una sensazione gradevole di valore simile (cioè 7) o superiore.
Oltre all’intensità è importante che la risorsa sia adatta alla soluzione, ovvero che finga da “antidoto” allo stato problema.
Per cui se voglio contrastare la paura di volare, invece che cercare sensazioni di sicurezza da un’esperienza casuale sarà necessario trovarne una simile, cioè che contenga degli elementi il più possibile comuni (isomorfici) alla situazione problematica (o meno) di partenza. Un po’ quello che Erickson chiamava “tayloring” cioè la capacità del terapeuta di escogitare soluzioni “tagliate su misura” del cliente.
Vediamo adesso i passaggi della tecnica:
- C individua uno stato problema e uno stato risorsa. Individua situazioni concrete.
- Sceglie due spazi sul terreno dove collocarli.
- P invita C ad entrare nello spazio problema: P lo guida ad esplorare le sensazioni, lo stato d!animo, poi esplora i metaprogrammi (in genere via da, non posso, passivo), le sottomodalità V, A, K, esplora le convinzioni chiedendo per esempio: “Mentre sei in questo stato, che cosa credi?”
- C esce dallo spazio problema.
Cambio di stato
- C entra nello spazio risorsa: esplorazione metaprogrammi (verso, posso, attivo), sottomodalità e convinzioni, assicurando un forte ancoraggio di questo stato.
- Esce dallo spazio risorsa.
Cambio di stato
- C rientra nello spazio risorsa (test dell’ àncora spaziale: verificare che C rientrando nello spazio recuperi la sensazione positiva; consolidare l’ancora), P lo invita a muoversi verso lo spazio problema, portandosi dietro la struttura e la fisiologia della risorsa (metaprogrammi, sottomodalità). P chiede a C di osservare il vecchio problema con questo nuovo filtro. P: “In che modo la situazione è cambiata? Quali sono le nuove convinzioni?”
Rifare l’operazione rinforzando la risorsa e ripetere il passaggio fino a quando il problema è stato sostituito con lo stato risorsa.
Note
L’ultima fase può essere modificata invitando C a passare dallo stato-problema allo stato-risorsa con una atto di volontà. E’ importante consolidare lo stato risorsa. Se il cliente non trova una risorsa adeguata indagare attraverso l’esplorazione di diverse situazioni di vita.