
Dall’IO al caos: le conseguenze della competizione sfrenata
Individualismo e competizione di tutti contro tutti
“La società non esiste, esistono solo gli individui”. Con questa frase profetica, Margaret Thatcher segnalò una svolta epocale. Svolta corrispondente alla presa del potere da parte del “neoliberismo”, trionfante in ogni ambito della società: filosofico, ideologico, scientifico, culturale, psicologico, sociale, economico, finanziario, politico e giuridico.
Negli ultimi quarant’anni abbiamo assistito alla progressiva dissoluzione, al proprio interno, di ogni forma di comunità, coppie, famiglie, amicizie, scuole, piccole imprese, comitati, movimenti, associazioni sostituite da aggregati di individui, sempre più propensi al disaccordo.
La società neoliberista non è più formata da comunità di persone che, in linea di principio, cercano di andare d’accordo e tenersi unite, ma da individui separati, in lotta tra loro. L’individualismo impera.
La competizione e le sue disastrose conseguenze
In economia, la competizione e la lotta di tutti contro tutti è vista come la molla del progresso, in analogia al modo in cui funziona la natura. Prende piede così il darwinismo sociale, consistente nel sacrificio di alcuni per il maggior bene di tutti.
Su queste premesse sorge l’attuale globalizzazione economico-finanziaria, i cui esiti materiali più evidenti e catastrofici sono:
- la progressiva concentrazione di denaro, potere e conoscenza, nelle mani di pochi miliardari;
- la progressiva dissoluzione di ogni forma di sovranità e di democrazia, che lascia spazio al predominio delle multinazionali finanziarie, il cui unico scopo è il profitto;
- università, istituzioni scientifiche e centri di ricerca, sottoposti al dominio della finanza internazionale;
- l’esponenziale crescita dell’industria delle armi, della pubblicità e della propaganda;
- il proliferare delle guerre, economiche, finanziarie e militari;
- l’esponenziale crescita della corruzione a tutti livelli.
Tutto questo a livello materiale.